Una storia francese: il ms 233

ms 233 l’incendio di Troia

nota di Martina Pugliesi

Fra i tesori della Biblioteca Casanatense c’è il magnifico ms. 233. Il codice, di grande formato (425 x 305 mm), contiene una Storia universale in lingua francese, dalla creazione dell’uomo fino alla guerra tra Cesare e Pompeo. Vergato in scrittura bastarda francese disposta su due colonne, il manoscritto è ascrivibile al sec. XV ed è finemente miniato in pieno stile fiammingo.
L’apparato iconografico è opera di Loyset Lyédet, pittore, illustratore e miniatore olandese attivo alla corte dei Duchi di Borgogna tra il 1460 e il 1478. Undici sono le illustrazioni inerenti al testo che fanno del codice un vero e proprio monumento d’arte: due maggiori – ma è probabile che in origine fossero tre e che la prima sia stata asportata – e nove vignette minori in cui per i personaggi sono raffigurati in bianco e nero e lumeggiati in oro. Tutte le scene sono rappresentate utilizzando costumi, architetture, scenari e paesaggi della Francia del sec. XV, con particolare riferimento alle aree di Borgogna e Provenza.
A c. 171r., all’interno di un riquadro che occupa la metà superiore della pagina è raffigurata, con grande raffinatezza, la scena dell’incendio di Troia, resa drammatica dalla presenza delle lingue di fuoco che avvolgono gli edifici e dai cadaveri e rottami alla deriva in mare. Al centro della scena un corteo costituito da donne e bambini che, guidati da Enea, si apprestano ad allontanarsi dalla città in fiamme.
L’illustrazione e il testo sono racchiusi da un ricco fregio costituito da motivi vegetali e floreali, punteggiato d’oro.
Il manoscritto conserva la legatura originale costituita da assi in legno e coperta in pelle. Sui piatti sono impressi, a piccoli ferri, i gigli di Francia, entro un campo rettangolare a più cornici ripartito a sua volta in campi più piccoli tagliati a rombo da fasce diagonali. Il dorso è costituito da sette nervi mentre il taglio è dorato.
Il codice appartenne alla Biblioteca della Casa Professa del Gesù di Roma, così come testimonia un’antica nota di possesso a c.3r: “Domus Professae Romanae Societ. Iesu Bibl. Comm.” ed entrò a far parte delle raccolte casanatensi nel 1774 in seguito ad un acquisto.