Inaugurazione mostra “Dall’artigianato all’Arte (Dürer, Raimondi, Lucas); dall’incipit al frontespizio: due percorsi”

Inaugurazione mostra “Dall’artigianato all’Arte (Dürer, Raimondi, Lucas); dall’incipit al frontespizio: due percorsi”

Vernissage Giovedi 4 dicembre, ore 16.30, con visite guidate effettuate dalle curatrici dott.ssa Cristina Lezzi e dott.ssa Maria Francesca Migliori; ingresso libero. Il 4 dicembre la Biblioteca Casanatense aprirà le porte a un nuovo, significativo appuntamento culturale: un vero e proprio viaggio nel cuore della storia dell’arte e della comunicazione. Siamo lieti di annunciare l’inaugurazione della mostra Dall’artigianato all’arte (Dürer, Raimondi, Lucas); dall’incipit al frontespizio, un progetto espositivo che intreccia secoli di creatività e innovazione. L’evento è articolato in due percorsi tematici che celebrano la potenza del segno: dalle eccezionali abilità di tre incisori del Rinascimento – Albrecht Dürer, Marcantonio Raimondi e Lucas Van Leyden – alla straordinaria metamorfosi del testo, nato dalla mano dell’amanuense e moltiplicato dal torchio tipografico. Un percorso che non si limita a esporre opere, ma diventa occasione di riflessione sul valore universale della conoscenza e sulla bellezza senza tempo del segno impresso sulla carta.   Il primo percorso, dislocato in sette bacheche, vuole mettere in risalto e far conoscere alcune tra le più belle ed interessanti opere di tre grandi maestri dell’arte incisoria: il tedesco Albrecht Dürer, l’italiano Marcantonio Raimondi ed il fiammingo Lucas Van Leyden vissuti, tutti, tra la fine del XV e l’inizio del […]

Vernissage Giovedi 4 dicembre, ore 16.30, con visite guidate effettuate dalle curatrici dott.ssa Cristina Lezzi e dott.ssa Maria Francesca Migliori; ingresso libero.

Il 4 dicembre la Biblioteca Casanatense aprirà le porte a un nuovo, significativo appuntamento culturale: un vero e proprio viaggio nel cuore della storia dell’arte e della comunicazione. Siamo lieti di annunciare l’inaugurazione della mostra Dall’artigianato all’arte (Dürer, Raimondi, Lucas); dall’incipit al frontespizio, un progetto espositivo che intreccia secoli di creatività e innovazione. L’evento è articolato in due percorsi tematici che celebrano la potenza del segno: dalle eccezionali abilità di tre incisori del Rinascimento – Albrecht Dürer, Marcantonio Raimondi e Lucas Van Leyden – alla straordinaria metamorfosi del testo, nato dalla mano dell’amanuense e moltiplicato dal torchio tipografico. Un percorso che non si limita a esporre opere, ma diventa occasione di riflessione sul valore universale della conoscenza e sulla bellezza senza tempo del segno impresso sulla carta.  

Il primo percorso, dislocato in sette bacheche, vuole mettere in risalto e far conoscere alcune tra le più belle ed interessanti opere di tre grandi maestri dell’arte incisoria: il tedesco Albrecht Dürer, l’italiano Marcantonio Raimondi ed il fiammingo Lucas Van Leyden vissuti, tutti, tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo. Tre immensi talenti, meritevoli di aver elevato l’incisione su legno e su metallo a vera e propria arte donando, così, un grande contributo alla storia dell’arte italiana ed europea in generale. In questo contesto, data l’importanza e le indiscusse ed eccezionali capacità dei tre maestri, si è ritenuto opportuno esporre le opere partendo dall’artista più anziano d’età, ossia Dürer, nato nel 1471, passando, poi, per Raimondi, nato tra il 1479 ed il 1480, per terminare con Lucas, nato nel 1494. L’esposizione consente una panoramica ad ampio raggio sui motivi di ispirazione dei singoli autori: dal sacro al profano, dalla storia al mito, fino ad arrivare al “vivere quotidiano”, si toccano tematiche come le vite dei santi e della Vergine, storie mitologiche e leggendarie, scenette realistiche riguardanti i mestieri.

Il secondo percorso, dislocato in cinque bacheche, intende raccontare come il manoscritto abbia influenzato l’estetica e la struttura del libro stampato, e come la stampa, a sua volta, abbia trasformato la concezione stessa del testo e dell’autore. Per secoli le parole sono nate a mano: copiate, decorate, tramandate da generazioni di amanuensi che trasformavano ogni pagina in un’opera d’arte. Poi, nel Quattrocento, il torchio tipografico ha interrotto quel silenzio antico. All’improvviso, i libri non erano più unici, ma potevano moltiplicarsi. Le idee potevano viaggiare, attraversare confini, cambiare la mente e la vita delle persone. La mostra racconta proprio questo momento straordinario: l’incontro tra la mano e la macchina, tra la lentezza del gesto e la velocità della stampa. Un dialogo che non fu una rottura, ma una trasformazione: i primi stampatori si ispirarono ai copisti, imitarono i loro caratteri, conservarono le iniziali miniate, cercarono di dare alla pagina stampata la grazia e la bellezza del manoscritto. E così, per un po’, il libro stampato fu ancora un manoscritto travestito da novità. Attraverso codici miniati (come il meraviglioso Ms. 453 contenente il De bello gallico vergato dall’elegante mano di Bartolomeo Sanvito), incunaboli (come il misterioso Hypnerotomachia Poliphili pubblicato nel 1499 da Aldo Manuzio a Venezia), cinquecentine (come un preziosissimo Libro d’ore ricco di miniature stampato su pergamena nel 1533 circa dal parigino Germain Hardouyn) e manoscritti seicenteschi, il percorso espositivo mostra come il manoscritto abbia lasciato la sua impronta profonda sulla nascente arte della stampa e come la stampa, a sua volta, abbia trasformato il manoscritto in prodotti ibridi sorprendenti: testi scritti a mano ma impaginati come se fossero stampati e, spesso, arricchiti con incisioni e frontespizi che, fino ad ora, erano estranei al mondo degli amanuensi.

La mostra si potrà visitare fino al 13 marzo 2026.