L’origine e la gestione domenicana

La Biblioteca Casanatense fu istituita per volontà del cardinale Girolamo Casanate (Napoli 1620 – Roma 1700), che nel 1698 destinò la parte più cospicua delle sue sostanze ai padri domenicani del Convento di Santa Maria sopra Minerva per l’apertura di una biblioteca pubblica e un centro di propaganda della dottrina tomista.

Il 3 novembre 1701, un anno dopo la morte del Casanate, venne inaugurato il «vaso», progettato dall’architetto Antonio Maria Borioni, grazie anche alla contribuzione di 12.000 scudi da parte dell’archiatra Giovanni Maria Castellani, amico del cardinale. Nel Salone trovò posto anche la «libraria» privata del Casanate (una raccolta di oltre 25.000 volumi, comprendente manoscritti, incunaboli e rare edizioni del secolo XVI e XVII), donata ai domenicani a condizione che ne fosse garantito l’uso pubblico.

La ricca collezione bibliografica del porporato era già nota nella seconda metà del Seicento, suscitando l’ammirazione degli studiosi contemporanei, quali Giovan Pietro Bellori (1613-1696) e Carlo Bartolomeo Piazza (1632-1713) che la definì «un compendio di tutte le scienze» poiché «rifletteva senza dubbio il contenuto ed il concetto di universalità proprio della biblioteca barocca».
Già nel 1717 i padri curatori si resero conto che il Salone non poteva più contenere il consistente patrimonio bibliografico, incrementato mediante una saggia politica di acquisti, condotta in ambito nazionale ed europeo; interpellarono, dunque, nuovamente l’architetto Borioni che presentò un progetto di ampliamento.

Bozzetto preparatorio per la volta del Salone Monumentale

I libri, ordinati per materia (27 classi), riflettono la varietà e la pluralità degli interessi del tempo: tredici classi sono dedicate alle discipline religiose: sacra scrittura, patristica, storia dei concili e sinodi, dei capitoli provinciali degli ordini religiosi, storia ecclesiastica, storia sacra, agiografia, retorica, trattati sulla predicazione, esegesi biblica, teologia, letteratura religiosa e liturgica in lingue diverse dalle occidentali, come ebraico, armeno, copto, siriaco, arabo, cinese e giapponese. Accanto alle scienze teologiche vi è anche una sezione dedicata al diritto canonico e civile; di seguito si trovano la letteratura, la storia, la filosofia, la medicina, la matematica e le scienze naturali.

I lavori, più volte interrotti a causa della lite intentata dai Gesuiti del Collegio Romano per le dimensioni che avrebbe avuto la costruzione, furono completati soltanto nel 1725.
La realizzazione del progetto, che può dirsi concluso con la visita di papa Benedetto XIII nel 1729, portò il Salone alle dimensioni attuali di m 60,30 in lunghezza e di m 15,60 in larghezza, che con i suoi 60.000 volumi disposti su un doppio ordine di scaffalature lignee, sormontato da cartigli – interrotto da un ballatoio per agevolare la presa dei libri – oltre a configurarsi come un’interessante esempio di biblioteca moderna, rappresenta in sintesi quattro secoli di storia della stampa europea.

La biblioteca contesa

La Casanatense, a seguito della legge sulla soppressione delle corporazioni religiose di Roma, emanata il 19 giugno 1873, passa allo Stato italiano. Il 5 novembre dello stesso anno il notaio Bobbio, per conto della Giunta liquidatrice dell’asse ecclesiastico istituita per l’occasione, prende quindi possesso della biblioteca la cui vigilanza viene affidata ad un direttore governativo. Inizia così una gestione amministrativa congiunta con l’attigua Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II, inaugurata nel 1876 con sede allora nel palazzo dei Gesuiti al Collegio Romano: l’obiettivo era quello di trasformare la Casanatense nella sezione teologica della Nazionale. Questa situazione dura fino al 1884 quando i domenicani perdono la causa intentata contro lo Stato italiano per riprendere il possesso della Casanatense e abbandonano la biblioteca che viene quindi dichiarata “ente autonomo” ed inizia ad avere una propria gestione ed un proprio personale.

La nuova biblioteca

Nel corso dei successivi cinquant’anni si susseguono direttori, come Edoardo Alvisi, Ignazio Giorgi, Luigi De Gregori, che hanno come obiettivo una modernizzazione dell’istituto. I cambiamenti riguardano soprattutto la zona dell’istituto destinata allo studio e alla ricerca. La moderna biblioteca viene concepita secondo i nuovi criteri architettonici che prevedono una netta separazione dello spazio tra le zone destinate alla conservazione protetta del materiale (i depositi) e le sale di lettura aperte al pubblico. La nuova organizzazione dello spazio consente l’ottimale utilizzo della luce naturale perché le pareti delle sale destinate alla lettura, non più rivestite dai libri, si aprono verso l’esterno con grandi vetrate stile Liberty.

L’entrata stessa della biblioteca, originariamente collocata all’interno del Convento della Minerva, è stata oggetto di un progetto, datato 8 giugno 1891, che prevedeva la costruzione di una scala, per svincolare definitivamente la Biblioteca dalla servitù dell’accesso domenicano. Tale scala viene realizzata negli ultimi anni dell’Ottocento al numero civico 52 di via di S. Ignazio, ed è tutt’oggi l’ingresso della Biblioteca.

Attualmente la Casanatense dispone di una sala cataloghi e di due sale studio, ed è una delle biblioteche pubbliche statali del Ministero della Cultura.

Per saperne di più:

T. Masetti, La Biblioteca Casanatense, a cura di A. Zucchi, in Memorie Domenicane, 48 (1931), p. 280-289; 50 (1933), p. 347-362; 51 (1934), p. 235-250

A. Guglielmotti, Catalogo dei bibliotecari, cattedratici e teologi del Collegio Casanatense nel Convento della Minerva dell’Ordine dei Predicatori …, Roma, 1860

I. Giorgi, Notizie storiche, bibliografiche e statistiche sulla Biblioteca Casanatense di Roma nel 1898, Roma, Società editrice Dante Alighieri, 1900

L. De Gregori, La Biblioteca Casanatense, in Accademie e Biblioteche d’Italia, II, 6 (1929), p. 58-72

R. Panetta, La Biblioteca Casanatense, Roma, 1972

V. De Gregorio, La Biblioteca Casanatense di Roma, Napoli, Edizioni scientifiche italiane, 1993

La Biblioteca Casanatense, Firenze, Nardini, 1993

A. A. Cavarra, Cronaca Casanatense: centocinquant’anni di gestione laica, Roma, Il Sextante, 2023