Itinerari bibliografici di diritto d’autore

Ci sono luoghi, e la Biblioteca Casanatense è senz’altro fra questi, dove la ricerca di un “itinerario” è d’obbligo per non restare completamente smarriti. Una mostra, dunque, concepita come un viaggio -“a più tappe” suggerisce l’etimologia della parola itinerarĭus- connotata dall’incertezza del risultato finale e dalla moltitudine condizionante dei possibili ritrovamenti.

Seguendo il fil rouge della storia della tutela del diritto d’autore, dagli oltre 400000 volumi della Biblioteca, è via via affiorato un concentrato scenario bibliografico dislocato tra ‘800 e ‘900.

Tra le opere più significative raccolte, appartenente alla vasta collezione canonico-pontificia, vi è l’editto del 23 settembre 1826 [1], arma affilata di un importante dibattito per il riconoscimento di forme di tutela per le opere dell’ingegno. L’editto fissa, infatti, una summa di principi che consolideranno la tutela della proprietà letteraria ed artistica nel secolo successivo. Lo scritto testimonia inoltre, come il governo pontificio concorse alacremente all’adozione e alla conservazione di disposizioni volte anche al riconoscimento di una tutela extraterritoriale, tra cui, per tutte, il Trattato del 22 maggio 1840 tra l’Impero Austriaco e altri Stati d’Italia, con cui fu inaugurato un sistema di tutela reciproca delle proprietà artistiche, letterarie e musicali (“Con l’Austria Carlo Alberto firma un sacro patto sui diritti d’autore, e anche altri Popoli lo sottoscrivono, in modo che questo nucleo compatto di Genti piega le menti ostili” così F. de Marchi nell’Ode: La Sanzione dei diritti d’autore del 1881 [2]. Successivamente le garanzie accordate nei domini della Santa Sede videro un ulteriore ampliamento, con il recepimento della legge del 30 giugno 1847 pubblicata nel Regno Lombardo Veneto e diretta a garantire la proprietà letteraria ed artistica contro le arbitrarie pubblicazioni, riproduzioni o contraffazioni.

Quando a Milano nel 1878 si tenne un Congresso avente ad oggetto la proprietà letteraria ed artistica, animato dall’Associazione tipografica-libraria, la questione del diritto d’autore e della sua perpertuità era tema di grande attualità in ragione delle recenti dichiarazione di Victor Hugo al Congresso internazionale letterario di Parigi.

Il dibattito pubblico dell’epoca, connotato dallo scontro di due impostazioni speculari – secondo l’una, la proprietà letteraria doveva appartenere al genere umano, secondo l’altra, doveva trattarsi invece di una forma proprietà perpetua- trova testimonianza nel volume degli atti del Congresso per la proprietà letteraria ed artistica in Milano (6 – 8 ottobre 1878) [3]. A. Wolynski vi passa in rassegna le principali questioni affrontate, sino al duplice voto della Commissione sulla durata dei diritti, riconosciuta pari a 80 anni dalla pubblicazione dell’opera, e sull’abolizione del secondo periodo del dominio pubblico pagante. Il percorso prosegue con una serie di volumi della prima metà del ‘900, per buona parte riconducibili a due grandi nomi: Nicola Stolfi, e la sua macro opera comparatistica sulla proprietà intellettuale ed Eduardo Piola Caselli [4]. Di quest’ultimo autore la collezione della Casanatense raccoglie una serie di scritti minori, ma soprattutto i tre volumi che segnano l’evoluzione della dottrina in materia di diritto d’autore. Si passa dall’opera Del Diritto di Autore secondo la legge italiana comparata con le leggi straniere, del 1907, al Trattato del Diritto di Autore e del Contratto di Edizione nel Diritto interno comparato col Diritto straniero,  del 1927, sino ad approdare, a conclusione dell’Itinerario proposto, al Codice del Diritto di Autore: Commentario della nuova legge 22 aprile 1941-XIX, n.633, legge tutt’oggi in vigore in Italia.

Dalla ricomposizione dei testi esposti, emerge come, la durata del diritto, la ratio della sua tutela e le modalità di sfruttamento extra-territoriale, hanno rappresentato -e tutt’oggi connotano-  i tre capisaldi di un dibattito mai estinto.

Ne è prova, nel segno di una irrisolta continuità, la Proposta di direttiva del Parlamento e del Consiglio sul diritto d’autore nel mercato unico digitale del 14 settembre 2016, in cui si palesa sin dai primi considerando “l’incertezza giuridica quanto a taluni utilizzi, transfrontalieri, delle opere e altro materiale in ambiente digitale, sia per i titolari dei diritti che per gli utenti”. La direttiva, porta con sé i segni dell’indebolimento del sistema puro dello ius escludendi alios, prefiggendosi di impattare limitatamente sulla libertà d’impresa e sulla libertà di espressione e d’informazione, sancite rispettivamente dagli articoli 16 e 11 della Carta. Un approccio che pare rievocare quello di M. De Augustinis, nel suo volume del 1836, Della Proprietà letteraria e de’ suoi giusti confini [5], in cui, in nome di un bene pubblico, e “in odio di tutto ciò che può fungere da inciampo al progresso”, al sapere e al perfezionamento del genere umano, veniva promossa una visione, oggi tornata in auge, più autentica e condivisa della proprietà letteraria, scevra da forme di abuso escludente.

Eppure la presa di coscienza del quantum della piaga del così detto value gap – disavanzo di valore per il comparto creativo a fronte del free riding dei contenuti operato dalle piattaforme digitali -, rievoca con altrettanta insistenza le reiterate istanze di creatori e inventori, oggi novella industria creativa, talvolta sfamati dalla sola gloria, perlopiù tardiva, spesso dimenticati in stato di indigenza. Come spunto per l’apertura dell’ultimo atto del dibattito sulla proposta di direttiva copyright, alla vigilia del voto del Parlamento europeo sul testo, vengono offerte ai visitatori le poche righe di quel monito rivolto dal De Marchi ai regnanti dell’epoca nella sua Ode sulla sanzione del diritto d’autore: “Creaste il diritto industriale in favore dell’inventore, lo sanciste all’autore affinché lo stesso fruisse dei guadagni del suo genio e lottasse vittorioso senza perire in povertà!”.

[1] Vol. Misc.2647.13, Intorno alla garanzia della Proprietà Scientifico-Letterario-Artistica nei Domini della Santa Sede: Leggi, Declaratorie, Sentenze.  Coll’aggiunta della Legge pubblicata il 30 giugno 1847 nel Regno Lombardo-Veneto diretta a garantire la proprietà letteraria ed artistica contro le arbitrarie pubblicazioni, riproduzioni o contraffazioni,  Milano, R. Stabilimento Nazionale privilegiato di Tito di Gio. Ricordi, 1847, pp. 1-87

[2] Misc.1370.16, Francescoantonio de Marchi, La sanzione dei diritti d’autore: Ode, Roma, Tipografia delle scienze matematiche e fisiche, 1882

[3] Vol. Misc.2951.24, Artur Wolynski, Congresso per la proprietà letteraria ed artistica in Milano (6,7,8 ottobre 1878): Sunto dei Verbali,  Milano, Tipografia Bernardoni, 1878, pp. 1-20

[4] L¹. 621, Eduardo  Piola-Caselli, Del Diritto di Autore secondo la legge italiana comparata con le leggi straniere,  Napoli, Tip.Eugenio Marghieri, 1907

F⁴. III.20, Eduardo  Piola-Caselli,  Trattato del Diritto di Autore e del Contratto di Edizione nel Diritto interno comparato col Diritto straniero,  Torino Unione Tipografico Editrice torinese – Napoli Tip. Eugenio Marghieri, 1927.

I³. III.27, Eduardo  Piola-Caselli, Codice del Diritto di Autore: Commentario della nuova legge 22 aprile 1941-XIX, n.633,  Torino, Unione Tipografico- Editrice torinese, 1943-XXI.

Misc. B.52.7, Eduardo  Piola-Caselli Del Diritto di Autore sui ritratti e busti in rapporto al cosiddetto “Diritto sull’immagine propria”, Città di Castello, Tipografia dello Stabilimento S. Lapi, 1904 (Estratto da: Foro Italiano, Anno 24., fasc. 10.); Misc. B.73.5, Eduardo  Piola-Caselli,  Le opere d’Arte applicata e il Diritto d’Autore, Città di Castello, Tipografia dello Stabilimento S. Lapi, 1905 (Estratto da: Foro Italiano, Anno 30., fasc. 3.); L¹ . 306 Eduardo  Piola-Caselli,  I Diritti degli Inventori:  Esposizione succinta dei principii e regole concernenti i brevetti d’invenzione seguita dal testo delle leggi e delle convenzioni internazionali vigenti in detta materia,  Torino-Roma, Casa Editrice Nazionale, 1901

[5] Misc.102.3, Matteo De Augustinis,  Della Proprietà letteraria e de’ suoi giusti confini,  S.l., s.n., 1836?