COLLEZIONE NUMISMATICA
Il primo tassello che aveva costituito l’atto fondante della collezione numismatica era stato l’acquisto, per la somma di 30 scudi, di antiche medaglie, alla quale, con acquisti e donazioni nel corso del tempo, si aggiungeranno tutti gli elementi distintivi della raccolta. Tali scambi, se studiati e analizzati nelle loro dinamiche, ci restituiscono con dovizia di particolari il polso del collezionismo dell’epoca (XVIII-XIX secolo), della compravendita di antichità e annessi “souvenir”.
Nel 1782, dato il notevole incremento della collezione numismatica, padre Giovanni Battista Audiffredi (1714-1794) aveva fatto realizzare come contenitore un medagliere in legno, su cui aveva fatto apporre l’iscrizione in memoria dell’arcivescovo di Ragusa Giacinto Maria Milcovich (1690 – 1756). La donazione di costui aveva costituito uno dei contributi fondamentali apportati alla prosperità della raccolta, arricchendola con più di quattrocento monete antiche.
L’avvento della Repubblica Romana (1798-1799) aveva portato ad una prima mutilazione delle collezioni: con l’occupazione francese erano state consegnate pregevoli opere, successivamente portate a Parigi, e la Casanatense si era ritrovata in gravi difficoltà che avevano indotto padre Giacomo Magno (prefetto dal 1798 al 1840) «con gravissimo rincrescimento a vendere alcune medaglie d’oro che erano nel piccolo museo». Tra i primi reperti numismatici messi in vendita doveva esserci la preziosa moneta d’oro di Gneo Domizio Enobarbo, descritta dallo stesso Audiffredi in appendice alla sua opera, stampata a Roma nel 1762, Transitus Veneris ante Solem observati apud PP. S. Mariae super Minervam VI Junii MDCCLXI. Expositio historico-astronomica. Accedit descriptio aurei nummi Cn. Domitii Ahenobarbi.
Nel 1873 era stata estesa anche a Roma la legge sulla soppressione delle corporazioni religiose e, nel 1884, al termine del lungo processo intentato dall’Ordine Domenicano, la proprietà della Casanatense passava definitivamente allo Stato italiano. A seguito di tale legge, la neonata Giunta Liquidatrice dell’Asse Ecclesiastico aveva gestito questa fase di transizione e si era occupata di far registrare tutti i beni librari, e non, presenti in Istituto. Da questo momento iniziava lo smembramento delle collezioni, infatti, nel 1927 gran parte della raccolta numismatica veniva depositata nel medagliere del Museo Nazionale Romano. Ad ogni modo, una piccola parte di questa non era stata trasferita e, chiusa in tre cassette metalliche, rimaneva in custodia della Casanatense fino ai giorni nostri.
I dodici Cesari
Sui bassorilievi in marmo bianco sono raffigurati i profili di Giulio Cesare (49 a.C.-44 a.C., anni in cui ricopre la carica di dictator) e di undici imperatori romani, dalla dinastia giulio-claudia alla dinastia flavia (27 a.C.-96 d.C.). I bassorilievi, donati alla Casanatense dal prefetto Audiffredi, offrono la conferma di come il collezionismo di monete, medaglie e di antichità in generale non sia stato una semplice moda dei tempi, ma un elemento decisamente rilevante per l’erudizione, lo studio e la ricostruzione della storia antica.
Per saperne di più:
S. Pennestrì, Dalla Biblioteca al Museo. Il Nummophylaceum casanatense e l’eredità di Giovanni Battista Audiffredi, in Rischiarare il vero, rilevare il bello. Storie e modelli di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, a cura di Serafina Pennestrì, Roma, Ministero della Cultura, 2021 (Notiziario del Portale Numismatico dello Stato. Serie Medaglieri italiani, 15), p. 58-266
P. F. Magnanti, La Bibliotheca Numismatica a corredo del museolum casanatense, in Rischiarare il vero, rilevare il bello. Storie e modelli di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, a cura di Serafina Pennestrì, Roma, Ministero della Cultura, 2021 (Notiziario del Portale Numismatico dello Stato. Serie Medaglieri italiani, 15), p. 267-300
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