COLLEZIONE ARCHEOLOGICA
Caratteristica dei secoli XVII e XVIII era una visione enciclopedica della cultura, che si concretizzava anche nella creazione di collezioni sia private sia accessibili al grande pubblico, composte da oggetti di interesse storico-artistico, archeologico e scientifico, oltre che da curiosità naturali ed esotiche.
A questo contesto era riconducibile ugualmente l’attività dei padri Domenicani di S. Maria sopra Minerva, i quali perseguivano l’obiettivo di incrementare il patrimonio bibliografico della Biblioteca Casanatense e al contempo di arricchirne le raccolte in senso museale. Quest’ultimo intento verrà promosso, in particolare, da alcuni singoli prefetti, che si erano distinti tra tutti gli altri per aver dimostrato una personale attrazione verso la raccolta di antichi manufatti e reperti.
La Biblioteca, fondata nel 1701, nasce in un contesto topografico e in un momento storico in cui tutto pare permeato dalla riscoperta archeologica di Roma, per svelare il suo antico e glorioso passato. Probabilmente, in relazione a questo periodo di grande fermento e in cui il collezionismo giunge al suo apice, potrebbe esser nato il desiderio di creare una raccolta di reperti archeologici all’interno delle collezioni casanatensi. Ecco che compaiono, allora, manufatti in bucchero, testimoni di quella cultura etrusca, che molto ha influenzato, in realtà, quella romana antica; piccoli ex-voto, che richiamano gli aspetti più quotidiani e umani legati alla vita religiosa di quelle epoche, ai nostri occhi, così lontane; lucerne ed altri oggetti di uso comune attraverso i quali poter tornare indietro nel tempo ed immaginare di ricostruire quali abitudini avevano coloro che, di qualche secolo, ci hanno preceduto.
Nonostante le recenti ricerche svolte presso l’Istituto, non sono emerse, per il momento, ulteriori notizie precise e di dettaglio relative all’ingresso di tali oggetti in Biblioteca. Un dato certo è costituito, tuttavia, da una lettera manoscritta rinvenuta e conservata assieme alla lucerna paleocristiana (in esposizione), in cui si legge della sua acquisizione nel 1865 da parte di padre Vincenzo Maria Gatti (1811-1881).
Per saperne di più:
E. Vatta, La collezione di reperti archeologici: tra Antico e Tardoantico nel museolum casanatense, in Rischiarare il vero, rilevare il bello. Storie e modelli di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale, a cura di Serafina Pennestrì, Roma, Ministero della Cultura, 2021 (Notiziario del Portale Numismatico dello Stato. Serie Medaglieri italiani, 15), p. 301-330
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